Hanno risposto alle domande del gip
ma hanno entrambi respinto tutte le accuse il magistrato Michele
Nardi e l'ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, arrestati con
l'altro magistrato Antonio Savasta (che invece si è avvalso
della facoltà di non rispondere) con l'accusa di associazione
per delinque finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. I
tre sono stati sottoposti nel carcere di Lecce
all'interrogatorio di garanzia dopo l'arresto del 14 gennaio
scorso.
Nardi, ora pm a Roma che all'epoca dei fatti contestati era
gip a Trani, ha risposto per circa tre ore alle domande del gip
di Lecce, respingendo tutte le contestazioni. Assistito dai
propri legali, Nardi ha raccontato la sua verità fornendo al
magistrato inquirente, Roberta Licci, anche spunti per
verificare e riscontrare le dichiarazioni rese. Si è detto
completamente innocente, attribuendo le accuse a dissidi di
natura personale col suo principale accusatore, l'imprenditore
di Corato Flavio D'Introno. Contrasti che Nardi avrebbe
ricondotto alla vicenda della ristrutturazione di una villa di
proprietà di sua moglie a Trani. Riguardo la presunta
associazione per delinquere che lo vedrebbe coinvolto insieme
all'ex Pm di Trani, Antonio Savasta, Nardi ha riferito di non
aver avuto con questi rapporti amicali, anzi. Ha riferito che da
tempo quando i due magistrati erano in servizio a Trani, i loro
rapporti si erano deteriorati per disparità di vedute e di
comportamenti. Al termine dell'interrogatorio il gip Gallo si é
riservato di decidere.
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