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Scorsese, verità sui nativi, in Usa razzismo sistemico

Scorsese, verità sui nativi, in Usa razzismo sistemico

De Niro attacca Trump "lo stupido". DiCaprio "Marty è unico"

CANNES, 21 maggio 2023, 20:59

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

Killers of the Flower Moon - Photocall - 76th Cannes Film Festival © ANSA/EPA

Killers of the Flower Moon - Photocall - 76th Cannes Film Festival © ANSA/EPA
Killers of the Flower Moon - Photocall - 76th Cannes Film Festival © ANSA/EPA

 Nove minuti di interminabili applausi, recensioni entusiastiche in tutto il mondo e la soddisfazione di aver fatto qualcosa che resta: per Martin Scorsese l'uscita di Killers of the Flower Moon come evento fuori concorso al festival di Cannes - dal 19 ottobre in contemporanea mondiale, in Italia distribuito da 01, in un periodo favorevole per gli Oscar - è una giornata memorabile e il grande osannato cineasta 80enne, con accanto i fedelissimi Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, non fa niente per non farlo vedere. Soprattutto abbraccia con affetto Lily Gladstone, l'anima di questo film, un'attrice di 39 anni che offre una performance speciale visto che lei stessa appartiene alla tribù dei Piedi Neri e dei Nasi Forati, ed è commossa alle lacrime per vedere rappresentata "la tragedia del mio popolo". Con lei anche il capo degli Osage, Orso in piedi: hanno affidato a Scorsese le memorie dei loro antenati.
    Nell'epopea poliziesca tratta dal romanzo di David Grann (il best seller Gli assassini della terra rossa), Scorsese esplora cosa accadde nell'Oklahoma degli anni '20 nella terra degli Osage, quando sotto le Grandi Praterie fu scoperto il petrolio e nella comunità dei nativi americani diventati improvvisamente ricchissimi la convivenza con i bianchi da pacifica si fa pericolosa perchè questi ultimi vogliono prendersi questa immensa ricchezza. Il governo federale che viene ad indagare sulle morti misteriose di donne indiane sposate a bianchi - l'Fbi di John Edgar Hoover nasce in quella occasione - si imbatte in una meticolosa strategia genocida orchestrata dallo sceriffo locale, king William Hale, interpretato da Bob De Niro, una tela di ragno in cui cade anche il suo nipote sempliciotto, Leonardo DiCaprio, che invece amerebbe sinceramente la sua ricca squaw Mollie. Robert De Niro per il suo personaggio si è ispirato all'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, definito "un uomo stupido". De Niro - William Hale è infatti amato dagli indigeni ignari di quello che sta commettendo contro di loro. "Non capisco molto del mio personaggio. Una parte di lui è sincera. L'altra parte, quella in cui tradisce le tribù - ha detto il 79enne leggendario attore neo papà - ha un atteggiamento tracotante, come se avesse da bianco il diritto di farlo. Il fatto è che siamo diventati molto più consapevoli di questa ambivalenza dopo quello che è accaduto a George Floyd - ha detto, riferendosi all'omicidio della polizia che ha scatenato le proteste di Black Lives Matter durante la presidenza Trump - conviviamo con un razzismo sistemico e ancora oggi con il nazismo che prova a risbucare da varie parti". Non certo nuovo nelle critiche a Trump ha proseguito: "Ci sono persone che pensano che potrebbe fare un buon lavoro. Immagina quanto siano folli".
    De Niro ha parlato del film come qualcosa che affronta "la banalità del male, la cosa a cui dobbiamo stare attenti più di tutte le altre. Non dirò di chi sto parlando", ha inizialmente detto non riuscendosi poi successivamente a trattenere: "è come con Trump, ecco l'ho detto". Alla premiere trionfale di ieri sera, con un parterre in cui spiccavano i nativi americani con i costumi tradizionali, oltre a tante star c'erano anche due dei molti produttori di Killers of the Flower Moon Dan Friedkin, presidente della A.S. Roma e Tim Cook il ceo di Apple che ha dato il segno della pace ai nativi.
    "E' stata una accoglienza incredibile, ho ricevuto tanto amore", ha detto Scorsese tornato con De Niro dopo la Palma d'oro del 1976 vinta per Taxi Driver. "E' un popolo quello degli Osage che ha vissuto una tragedia che non bisogna dimenticare.
    Durante i due anni di preparazione e mentre giravamo sono stati sempre con noi, ogni preciso dettaglio di abiti, arredamento, tutto è realistico, sentivamo di fare qualcosa di importante per la loro storia. E poi però ci sono i personaggi con la loro potenza evocativa". Leonardo DiCaprio, che interpreta magistralmente lo stupidotto che si ritrova coinvolto in un massacro, ed è anche tra i produttori, ha detto: "Scorsese è il più singolare regista del nostro tempo, continua ad avere una grandissima energia nel realizzare questi film con storie importanti come questa". DiCaprio che con Scorsese ha un legame davvero speciale, che va oltre i sei film insieme, ha concluso: "Ciò che Marty fa così incredibilmente bene è che è in grado di esporre l'umanità anche dei personaggi più contorti e sinistri che potresti mai immaginare".
   

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