Un sistema fiscale, quello italiano,
che "risale agli inizi degli anni '70" e, "in mezzo secolo,
questo assetto normativo è stato contornato da una miriade di
provvedimenti, sovente estemporanei e basati su esigenze di
gettito contingenti, o sulla volontà di agevolare alcuni
comparti, spesso in conseguenza di promesse elettorali", perciò
il complesso delle norme "è divenuto un ginepraio molto spesso
inestricabile, foriero di contenzioso e di iniquità". A dirlo il
presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de
Nuccio, che sta incontrando una rappresentanza di candidati alle
elezioni di vari partiti (Emiliano Fenu del M5s, Maria Cecilia
Guerra, sottosegretario all'Economia del Pd - per un'Italia
democratica e progressista, Maurizio Leo, responsabile
dipartimento Economia e finanze di FdI, Luigi Marattin,
presidente della Commissione Finanze della Camera di Azione - Iv
e Armando Siri della Lega), esponendo le proposte della
categoria professionale in ambito tributario: ciò che serve, in
sintesi, è "una sostanziale semplificazione normativa, la
riorganizzazione dei codici tributari e del calendario fiscale",
nonché "un piano di pagamento straordinario dei debiti di natura
fiscale e contributiva". Riguardo a quest'ultima idea, per de
Nuccio "la situazione in cui versano imprese, lavoratori e
famiglie, sempre più in difficoltà nel far fronte ai propri
debiti tributari e contributivi pregressi, ci impone di puntare
a agevolare il pagamento di quanto dovuto". Lo Stato, dunque,
dichiara il vertice dei commercialisti, "garantisca le banche e
le altre Istituzioni finanziarie per finanziamenti finalizzati
alla rateizzazione di tributi e contributi dovuti", che
"avrebbero una durata non superiore a 15 anni, con la
possibilità di avvalersi di un preammortamento fino a 36 mesi
con copertura pari al massimo al 70% dell'importo finanziato",
conclude il presidente.
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