La commissione parlamentare d'inchiesta sull'assalto al Capitol ha segnalato al dipartimento di giustizia il tentativo di Donald Trump di chiamare uno dei testimoni dell'indagine (il cui nome non e' stato reso noto) per valutare eventuali profili penali. Lo ha riferito la vicepresidente Liz Cheney al termine dell'udienza di oggi, evocando una tentata corruzione di testimoni.
Nell'udienza di oggi la commissione d'inchiesta sull'assalto al Capitol ha presentato come testimoni due ex militanti di estrema destra. Il primo, Stephen Ayres, gia' incriminato per l'attacco al Congresso, ha riferito che fu influenzato direttamente dalla retorica di Donald Trump sui brogli elettorali e che gli credeva ciecamente. Il secondo, Jason Van Tatenhove, ha testimoniato sulla progressiva radicalizzazione degli Oath Keepers, uno dei gruppi di estremisti che ha assalito il Campidoglio e di cui in passato e' stato portavoce. "Posso dirvi che a loro non piace essere chiamati milizia, ma lo sono. Sono una milizia violenta", ha dichiarato, riferendo di essersene allontanato dopo aver sentito alcuni membri negare l'Olocausto. Tatenhove ha definito l'assalto al Capitol "una rivoluzione armata" e ha riferito che il fondatore del gruppo, l'ex paracadutista Stewart Rhodes, "cercava sempre dei modi per legittimare quello che stava facendo".
"Grande protesta a D.C. il 6 gennaio. Siateci, sarà folle!". Fu questo incendiario appello twittato da Donald Trump il 18 dicembre 2020 a servire "come chiamata all'azione, e in alcuni casi come chiamata alla armi, per molti dei supporter più leali di Trump" per assaltare il Congresso, come emerso dalle testimonianze della settima udienza pubblica della commissione parlamentare d'inchiesta. Una sirena in particolare per i gruppi paramilitari di destra Proud Boys e Oath Keepers, i cui vertici sono gia' stati incriminati per cospirazione sediziosa. Quel cinquettio contribui' a saldare un'alleanza nell'arcipelago dei gruppi estremisti, coltivati dall'ex consulente politico Roger Stone, dall'ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn e dall'ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon. Il tweet genero' in rete altri appelli tra le frange radicali a mobilitarsi per il 6 gennaio. Alcuni estremisti cominciarono apertamente a parlare di uccidere esponenti dem, di portare armi e giubbetti anti proiettili.
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