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Gli ingegneri chiedono chiarimenti al governo su equo compenso

Gli ingegneri chiedono chiarimenti al governo su equo compenso

Lettera a Meloni e ad Anac: 'Legge disattesa nel Codice appalti'

ROMA, 03 maggio 2024, 14:27

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Consiglio nazionale degli ingegneri ha inviato una nota a numerosi rappresentanti istituzionali, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente dell'Anac (Autorità anticorruzione) Giuseppe Busia, sul tema dell'equo compenso, per avere "una richiesta di chiarimento relativa a determinati criteri interpretativi che stanno creando notevoli difficoltà agli ingegneri e, in generale, a tutte le categorie ordinistiche, che rappresentano oltre due milioni di professionisti", in Italia. Ad un anno dall'entrata in vigore della legge sulla giusta remunerazione per i servizi dei lavoratori autonomi, segnala la categoria tecnica presieduta da Angelo Domenico Perrini, da un lato la disciplina "si esprime con grande semplicità e chiarezza: si applica alle prestazioni rese dai professionisti in favore della Pubblica amministrazione, stabilisce la nullità delle clausole che non prevedono un compenso equo, e comunque inferiore ai parametri ministeriali, anche all'esito di un'eventuale gara", dall'altro, però, si è "costretti a registrare prese di posizione incomprensibili in relazione all'errata applicazione della norma, sovente disattesa negli affidamenti regolati dal Codice dei contratti pubblici". E, si sottolinea, "la maggioranza degli Enti che sostengono la disapplicazione della legge sull'equo compenso - che, in base ai dati provenienti dal Centro studi dei professionisti si attestano oltre l'80% del totale - in risposta alle contestazioni mosse dall'Osservatorio bandi del Consiglio nazionale degli ingegneri sostengono che il loro comportamento sarebbe suffragato da diversi pronunciamenti e provvedimenti dell'Anac che, al contrario, non risulta essersi espressa esplicitamente". Pertanto, per "superare le difficoltà ed i ritardi che determinate contrapposizioni stanno comportando alle procedure di realizzazione delle opere pubbliche", il Consiglio nazionale chiede al governo "un pronunciamento" di "estrema chiarezza" sull'applicazione della legge del 2023.
   

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