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La storia della Santa Casa di Loreto, trasportata dagli Angeli

La storia della Santa Casa di Loreto, trasportata dagli Angeli

Un libro ripercorre la traslazione della reliquia di Nazareth

CITTÀ DEL VATICANO, 25 aprile 2024, 16:05

di Manuela Tulli

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Una casa trasportata dagli angeli: l'iconografia e la tradizione hanno per secoli voluto vedere un miracolo nella traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, in Italia. Una tradizione popolare che aveva portato Papa Benedetto XV a proclamare la Madonna di Loreto patrona dell'aeronautica, proprio in ragione di quel volo miracoloso. In realtà gli 'Angeli' in qualche modo c'entravano ma era il nome della famiglia che fu incaricata di portare al riparo quella preziosa reliquia in un'epoca in cui i siti religiosi non erano più al sicuro in Terra Santa.
    Un libro ora ricostruisce la verità storica: "La via degli Angeli. La traslazione delle pietre della Santa Casa" di Fernando Frezzotti edito da "il lavoro editoriale". Un saggio corposo, oltre cinquecento pagine, nel quale si dà conto di una lunga indagine che ripercorre passo per passo questo evento storico.
    "Se la tradizione lauretana ha finito col sottolineare l'aspetto miracolistico della traslazione della Santa Casa di Nazareth, portata appunto in volo dagli angeli, qui - sottolinea nell'introduzione al libro Ilaria Pagani - si è invece seguita una prospettiva di tipo positivo di un viaggio a tappe, concreto e reale nella storia, che pur rappresentando l'antitesi del 'miracolo', finisce con il dare maggiore peso e spessore all'autenticità della Casa di Maria". E' un fatto che le tre pareti ricostruite dentro la basilica di Loreto sono il perfetto completamento della grotta che faceva parte della casa e che ancora è visitabile a Nazareth, in Galilea.
    Il libro innanzitutto spiega, attraverso la documentazione dell'epoca, i motivi che imposero la segretezza del trasporto nelle delicate circostanze del XIII secolo. L'autore ricostruisce nel dettaglio, dopo un lungo lavoro di ricerca di qua e di là dell'Adriatico, committenza, governo, esecuzione, custodia e tutti i contesti storici, i passaggi, gli itinerari, le soste ed i protagonisti di un viaggio che portò le sacre pietre attraverso Cipro (dal 1273 al 1283), a Pyli, in Tessaglia, fino al 1291, e poi ad Arta, capitale d'Epiro sotto la dominazione della famiglia di rango imperiale Angelo-Comneno, che ne divenne custode sostituendosi ai cavalieri templari fino al 1294. Nel 1294, appena eletto Papa, Celestino V, che si rivela il vero protagonista della vicenda, anche con sorprendenti, inedite conseguenze nella lettura del suo pontificato e della sua famosa rinuncia, decise che la Santa Casa avrebbe dovuto essere trasferita all'Aquila: la destinazione finale dove aveva già fatto costruire a questo scopo una grande basilica. Il convoglio, protetto dai soldati degli Angeli, approdò così ad Ancona per cominciare il suo viaggio improvvisamente interrotto però dai contrasti creatisi tra il Papa e il re Carlo II d'Angiò, che imposero una diversa destinazione.
    Nella selva di Santa Maria in Fundo Laureti, luogo alle dirette dipendenze dell'autorità papale, la reliquia trovò la sua nuova collocazione.
   

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