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Mostre: Music e l'orrore dei campi concentramento nazisti

Mostre: Music e l'orrore dei campi concentramento nazisti

A Venezia grafiche, disegni e dipinti dell'artista essenza umana

VENEZIA, 24 aprile 2024, 14:20

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Volti scarnificati con la bocca spalancata, le dita secche della mani intrecciate sul petto.
    Cadaveri a mucchi. Nudi, spogliati della lori dignità umana.
    Essenziali nella loro tragedia di vittime innocenti dei campi di concentramento nazisti che l'artista aveva vissuto come prigioniero. Spogli come sono i rami intrecciati dei motivi vegetali, come i profili dei paesaggi senesi o della terre dalmate.
    Anton Zoran Music (1909-2005), nato vicino a Gorizia, allora terra austriaca, e morto a Venezia, è uno dei maestri del Novecento che forse potrebbe rientrare a pieno titolo in quel concetto di "Stranieri Ovunque", di "esule in patria", che la Biennale d'Arte ha articolato guardando soprattutto a esperienze e terre non europee.
    Nel vasto panorama delle iniziative espositive autonome promosse nei mesi della Biennale, a Venezia Music è comunque presente con una trentina di opere grafiche, disegni e dipinti: E' una mostra, fino al primo giugno, allestita in uno spazio vicino alla Fenice, la Galerie Bordas.
    "Dipingo per me, perché lo devo fare. Per me - diceva l'artista che aveva Parigi come seconda casa - è un po' come respirare. Se mi vietassero di dipingere mi toglierebbero l'aria. Un quadro - aggiungeva - è qualcosa che non si sa come nasca: viene fuori dal di dentro come un momento irripetibile".
    Come quando sulla tela, sui fogli prendono vita i cavallini della sua terra d'origine; come quando, agli inizi degli anni Settanta, sente l'urgenza di dipingere, di riaprire la finestra sul "mostro", ciò che aveva visto e vissuto nei campi nazisti. A dare vita al ciclo "Non siamo gli ultimi". Durante l'esperienza di prigionia aveva fatto solo alcuni scarni disegni che era risuscito a salvare.
    La mostra, la quarta da quando la galleria è aperta, attraversa i temi che hanno nutrito lo sguardo interiore dell'artista - i cavallini, i motivi vegetali, le terre dalmate, le vedute sulla Giudecca, i paesaggi senesi, i ritratti e i motivi nei campi di concentramento - a partire dal "Motif végétal" del 1972.
   

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