Qualità dei vini, perlopiù rossi come prediligono molti mercati esteri dagli Usa alla Cina, e flessibilità nella capacità distributiva, dall’enoteca di tendenza al supermercato sotto casa fino all’e commerce, le armi vincenti del sistema Valpolicella che hanno permesso ai vini veronesi di uscire a testa alta dall’anno della pandemia e delle chiusure di bar e ristoranti. E’ quanto emerso nella prima giornata di lavori della Valpolicella Annual Conference, in corso in versione digitale fino a domani. “Quest’anno abbiamo parlato del sistema Valpolicella, non solo di Amarone – ha detto il presidente del Consorzio, Christian Marchesini – con buone sorprese nelle performance importanti registrate per tutte le espressioni della denominazione, in particolare per Valpolicella Superiore e Ripasso, scoperti anche da enoappassionati di altre regioni italiane”. E dopo aver spedito 1200 campioni di Amarone, Valpolicella e Ripasso verso 25 Paesi target - dagli Emirati Arabi a Hong Kong, dalla Russia agli Stati Uniti, dal Giappone alla Germania – oggi una degustazione virtuale in inglese ha collegato esperti di tutto il mondo che hanno potuto le diverse sfumature delle uve autoctone, a partire da Corvina e Corvinone. In termini di vendita, produzioni Valpolicella protagoniste negli store Signorvino, enoteca del made in Italy diffusa con 21 punti vendita nel Nord e nel Centro del Belpaese che lo scorso anno ha visto i vini rossi primeggiare con una incidenza a valore sulle vendite al 45% (30% gli sparkling). Per il brand manager, Luca Pizzighella, “Nel 2020 Valpolicella è stata una denominazione superperformante. La domanda del re della Valpolicella prevale infine sulle altre due grandi denominazioni rosse italiane: l’Amarone rappresenta il 9% dei volumi commercializzati, contro il 4% del Barolo e il 3% del Brunello di Montalcino. La pandemia ha accelerato il trend di maggior spesa per bottiglia, un processo generato dal maggior potere di acquisto determinato dalla chiusura della ristorazione. La denominazione Valpolicella è uno dei prodotti leader di Signorvino, con un’incidenza sulla spesa di vini rossi al 35% e con l’Amarone che rappresenta il 52% degli acquisti dei prodotti del territorio, seguito dal Ripasso (38%), mentre per Valpolicella e Recioto il consumo è più legato al territorio di produzione, localizzato.”. E il sistema Valpolicella risulta in crescita nella Gdo (grande distribuzione) italiana, come rilevato dal responsabile alcolici di Coop Italia, Francesco Scarcelli: “L’incremento del fatturato vino nel 2020 è stato importante, attorno al 5,5%, con un leggero aumento dei prezzi (+1,5%) dato anche dalle minori promozioni. Stiamo assistendo a politiche diverse da parte di brand che fino a poco tempo fa non approcciavano la grande distribuzione mentre oggi la ritengono un canale interessante per i propri prodotti di alta gamma. Noi abbiamo creato una enoteca con personale dedicato per orientare la clientela e dare informazioni anche sul mondo del cibo da abbinare. In questo contesto – ha annunciato - ci sarà un assortimento sempre più locale in modo da dare sfogo ai piccoli produttori che iniziano ad avere un approccio con la Gdo, ma tra un migliaio di referenze non sarà facile per le new entry consolidare velocemente un posizionamento e un rapporto fiduciario con le insegne distributive e i consumatori”.
In collaborazione con:
Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella