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Mostre: Arte e proteste, la Strada invade il Maxxi

200 opere e 140 artisti. Melandri, è un progetto politico

ROMA ANSAcom

Un enorme e sfavillante pentacolo fatto con i lampeggianti delle forze dell'ordine come simbolo delle violenze perpetrate dalla polizia in Sudafrica. Tre grandi parasole colorati con tagli "ricuciti" da cerniere lampo, a testimoniare la resilienza del popolo birmano. Un cannone ad acqua della polizia che su una piazza colpisce un manifestante come proposta di una fontana pubblica. I ricoveri di fortuna dei senzatetto come nuove categorie estetiche dettate dalla precarietà. E poi un tripudio di suoni, voci, fotografie, video, architetture accanto a installazioni, collage e manifesti a ricostruire la complessità del nostro vivere contemporaneo. E' la mostra "La Strada. Dove si crea il mondo", che invade il Maxxi dal 7 dicembre al 28 aprile, portando una suggestiva mescolanza di lingue, culture, convivenze possibili e impossibili, stimoli, confronti e tante domande negli spazi del museo romano.
Un progetto ambizioso per dimensioni e significato, curato da Hou Hanru e dallo staff curatoriale e di ricerca del Maxxi, che la presidente Giovanna Melandri non ha esitato questa mattina a definire "politico, nel senso più alto e sacro del termine, perché ci chiede di riflettere sulla polis: la strada è teatro di relazioni e conflitti in ogni latitudine, e noi oggi abbiamo difficoltà a ripensare questo luogo fisico come luogo di connessioni". Ma 'attraversare' questa strada non è impresa da poco: sono infatti oltre 200 le opere firmate da più di 140 artisti presenti in un percorso lungo e pieno di suggestioni (c'è perfino una vera lingua d'asfalto in una delle gallerie del museo), che abbraccia il visitatore e ne sollecita continuamente sensi e intelletto. Del resto l'idea è quella di rappresentare in un colpo solo la strada non solo come infrastruttura, ma come habitat per elaborare decine di istanze, simboli e significati, un laboratorio in continuo divenire in cui l'uomo manifesta se stesso, la sua creatività e le sue riflessioni.
Protesta e resistenza, tragedia e immigrazione, diversità e minoranze, ma anche vita quotidiana, design, tecnologia, musei, gioco e divertimento: sono tantissimi i temi affrontati nella mostra, che si divide nelle sezioni Street Politics, Good Design, Community, Everyday Life Interventions, Open Institutions, Mapping, e le due timeline Rethinking the City e Stories of the Street. Proprio per l'imponenza di questo progetto, il museo sta lavorando, oltre alla card mymaxxi per poter entrare liberamente tutto l'anno, anche a una sorta di 'biglietto di ritorno' specifico, ossia alla possibilità di tornare a visitare la mostra una seconda volta con ingresso scontato. Inoltre, è previsto un fitto calendario di performance, letture e incontri legato all'esposizione per indagare la cultura urbana dei nostri tempi.
Collegate idealmente a La Strada anche altre due mostre che si aprono in contemporanea: la monografica "Nature", dal 7 dicembre al 3 marzo, dell'architetto e designer Michele De Lucchi, focalizzata su L'Anello Mancante, un vano di forma circolare, percorribile al suo interno, in cui ritrovare le nostre relazioni civili e produttive e ripensare la società (il progetto entrerà a far parte delle Collezioni del Maxxi Architettura). Si intitola invece "Dentro la Strada Novissima", il focus in programma dal 7 dicembre al 28 aprile che il Maxxi dedica alla celebre mostra curata da Paolo Portoghesi alla prima Biennale di Architettura del 1980, in cui 20 architetti internazionali riflettevano sul tema della strada, ripensando anche il ruolo dell'architettura, attraverso la presentazione di un percorso urbano composto da 20 facciate, ognuna alta 9 metri e larga 7.

In collaborazione con:
Fondazione MAXXI

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