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Valerio, sono tornato a sentire ma avrei potuto farlo prima

ROMA ANSAcom

Finalmente è tornato a sentire, ma ora sa che avrebbe potuto farlo prima. È questo il messaggio che Valerio, diventato sordo a seguito di una patologia dell'orecchio, lancia in occasione della giornata mondiale dell'udito che si celebra domani.

Valerio è un uomo attivo e dall'aspetto giovanile. Per anni ha sofferto di otiti ricorrenti e di colesteatoma bilaterale, una patologia dell'orecchio medio, caratterizzata da un'insolita raccolta di cellule epiteliali in prossimità del timpano o dei tre ossicini il cui accumulo è dovuto a infezioni batteriche nel canale uditivo. "La sordità grave - racconta - per me è arrivata a 42 anni, però già da bambino avevo problemi di udito. Dai 10 anni ho combattuto con l'orecchio". Il principale sintomo del colesteatoma è il calo dell'udito (ipoacusia), moderato nelle battute iniziali e sempre più accelerato dopo, quando la formazione si espande. "Sono capitato sempre in mani sbagliate, sono sempre stato curato con la penicillina senza debellare del tutto il batterio che, con gli anni, ha proseguito il suo lavoro, causando danni sempre più gravi al mio udito. A 18 anni ho messo gli apparecchi acustici con cui però mi sono sempre trovato a disagio: cercavo di nasconderli, non volevo andarci in giro tra la gente, non li accettavo". La svolta arriva, nel 2003, quando si sottopone a intervento chirurgico per l'impianto cocleare.

Prima di trovare la soluzione definitiva nell'impianto cocleare, Valerio e sua moglie Isabella hanno impiegato 8 anni.
"Oltre all'intervento - ricorda Isabella - non dimenticheremo mai il momento in cui l'impianto è stato acceso per la prima volta. Mi sono spaventata. Fatta l'attivazione siamo usciti in città, passeggiando ci siamo avvicinati a una fontana. Giorno di primavera. Appena Valerio ha sentito lo scialacquio degli zampilli e il canto degli uccellini sugli alberi intorno, per poco non è caduto a terra. E li ho pensato: ricominciamo a vivere. L'ultimo periodo, quando proprio non sentiva quasi più, è stato difficile per tutta la famiglia: ci scrivevamo dei biglietti per comunicare anche con i figli. Ora tutto questo è finito, siamo tornati a una vita normale".

In collaborazione con:
Cochlear

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