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Problemi udito, oggi soluzioni anche per i casi più gravi

Domani giornata mondiale, 7 mln di italiani non sentono bene

ROMA ANSAcom

"Hearing For Life", l'udito per la vita. È questo il messaggio che l'Organizzazione Mondiale della Sanità lancia in occasione del World Hearing Day, la giornata mondiale dell'udito, che si celebra ogni anno il 3 marzo per sensibilizzare su questo tema. L'invito è non lasciare che la perdita di udito limiti chi ne è colpito, e l'Oms mette in evidenza che interventi tempestivi ed efficaci possono garantire che le persone con perdita dell'udito siano in grado di raggiungere il loro pieno potenziale. La chiave quindi e' nella prevenzione. Un messaggio rassicurante arriva anche da Cochlear, multinazionale australiana, leader nel settore degli impianti cocleari e a conduzione ossea: le possibilità di riacquisire a pieno le funzionalità uditive oggi ci sono, anche per i casi più gravi. Il primo passo è l'aumento della sensibilità generale e degli addetti ai lavori verso la prevenzione, la corretta diagnosi e i trattamenti disponibili. I casi di perdita dell'udito in Italia sono aumentati del 4,8% dal 2012,con un ampio coinvolgimento del segmento d'età centrale.

Oggi gli italiani che ne soffrono sono oltre 7 milioni, tuttavia, secondo l'osservatorio di Cochlear, solo il 31,5% di essi ammette di aver effettuato un test dell'udito negli ultimi 5 anni e infine, fra coloro che sono ipoacusici solo un po' più del 25% si sottopone a cure malgrado a posteriori tutti i pazienti che beneficiano di un dispositivo riconoscano miglioramenti nella qualità di vita e nello stato generale di salute. Colpa di una scarsa sensibilità verso una patologia non ancora percepita come tale. Il deficit uditivo (o ipoacusia) è la seconda causa di disabilità nel mondo e interessa 466 milioni di persone, numeri del tutto paragonabili, se non superiori, a patologie verso le quali il livello di attenzione denucia Cochlear è maggiore. Un'istantanea che, nel caso dell'Italia, viene aggravata da un dialogo ancora troppo lento e farraginoso fra le associazioni dei pazienti, la sanità pubblica e i produttori. "In Italia l'impianto cocleare è incluso nei livelli essenziali di assistenza - sottolinea Carlo Martinelli, amministratore delegato di Cochlear Italia - fa parte cioè di quelle prestazioni che dovrebbero essere garantite ai cittadini. Malgrado questo, la sua adozione sul territorio nazionale è ancora a macchia di leopardo, in diverse regioni l'impianto non è adeguatamente rimborsato e la mobilità sanitaria è un fenomeno diffuso che impatta non solo sui conti pubblici ma anche su quelli delle famiglie".

In collaborazione con:
Cochlear

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